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BIOGRAFIA

Aldo Pepe nasce a Salerno.
Seguendo la scia del padre, pittore, Aldo sin da piccolo fa “sua” l’arte pittorica, studiando le tecniche, i colori e le tematiche degli artisti più rilevanti, ed esercitandosi, come i grandi del passato, presso la bottega paterna. Utile esperienza perché, pur non avendo frequentato un corso di studi accademico – non terminerà neppure gli studi universitari alla facoltà di giurisprudenza, avrà modo di sviluppare ed elaborare, sin da giovane, una notevole abilità pittorica sia tecnica che cromatica.

Di Lui nel 1976, in occasione della personale presso la Galleria “La Boite” a Salerno, il critico d’arte Renato Agosto disse: “L’artista è senz’altro da annoverarsi fra quella schiera di giovani pittori intelligenti e preparati il cui intento non è inteso a esaltare soltanto l’aspetto ottico della tavolozza, ma quello di approfondire anche l’aspetto più problematico dell’arte …”.

La Sua prima “personale” risale al 1971 presso la “Sala Comunale delle Esposizioni” di Nocera Inferiore (SA) su invito dell’Amministrazione Comunale.

Nel 1974 partecipa al “Premio Internazionale di Pittura” di Acerno (SA) con due opere molto significative “l’Orfanello” e “Perché la guerra?” (ispirato alla guerra in Vietnam), con quest’ultima viene premiato classificandosi al 3° posto: è il suo trampolino di lancio! Seguiranno, a ruota, una serie di “personali”.

Nel 1978 Aldo dà vita al Centro d’Arte Culturale “Il Varo”, realizzando il suo sogno: Organizzare una scuola-galleria, in cui gli artisti possano fruire di uno spazio condiviso in reciproca armonia per confrontarsi, e, soprattutto, esporre (date le difficoltà del mercato) i loro dipinti. “Il Varo” apre i battenti nel maggio del 1978 con l’inaugurazione di una collettiva dei pittori aderenti all’iniziativa; l’allestimento e l’organizzazione sarà a cura di Aldo coadiuvato dai suoi più cari amici. Al Centro Culturale è abbinata l’omonima rivista bimestrale d’Arte, corollario fondamentale per pubblicizzare le iniziative artistiche. L’attività del “Varo” in linea con il pensiero di Aldo parte da subito con un Programma dettagliato che prevede, a rotazione, l’allestimento di mostre personali degli Artisti aderenti. A dicembre del 1979 si chiude, proprio con la personale di Aldo, il primo ciclo espositivo di tutti gli Artisti. L’esperienza, entusiasmante nei primi anni, permette il gemellaggio de “Il Varo” con la galleria “IL Gabbiano” di Firenze. Lì nel 1980 Aldo Pepe espone i suoi ultimi lavori (presentati in anteprima al “Varo”) riscuotendo consensi di critica e pubblico. A riguardo così si espresse il critico Fabrizio Biasizzo: “… non possiamo non ammirarlo per la caparbietà di uno stile personale … nelle sue ultime opere si riscontra una sintesi pittorica difficilmente riscontrabile financo in pittori affermati e di fama nazionale” (da “Pan Arte” – Firenze – Rivista d’arte- lettere e turismo). Le due personali di Salerno e Firenze saranno a cura del “Varo” con testi critici del professor Antonio Uliano.

Nel 1982 Aldo Pepe si trasferisce a Milano, accompagnato da una profonda amarezza per alcuni problemi inerenti a“Il Varo”che, purtroppo, ne provocano la chiusura. Finisce così un’esperienza fortemente voluta, ma infine contrastata dalla necessità, sempre più pressante, di operare delle scelte piuttosto impegnative. Superate le difficoltà dei primi anni e adattatosi al nuovo ambiente, non demorde, dà un’impronta nuova alla sua pittura ed espone le sue opere in due personali: la prima, nel 1991, al Palazzo “Cento Firme” di Lissone, la seconda, nel 1992, al “Teatro Nazionale” di Milano con l’autorevole partecipazione del critico prof. Renato Tomasina che scrive : “Pepe dipinge con i mezzi degli artisti più rigorosi e ortodossi … le foglie, gli squarci magici di un cielo, le vecchie mura, gli angoli suggestivi son … quasi frugati nella loro più intima essenza … “è un poeta, un promeneur solitario…”

Nel 1997 inizia il ciclo de “La Metamorfosi” in cui emerge “L’esigenza di esprimersi con un simbolo, la farfalla, che evoca il dualismo esistenziale in ogni sua apparenza e in ogni sua sostanza, ossia quello che contrappone, come condanna umana, bellezza e fragilità …” (Enzo Dall’Ara, giornalista e critico d’arte, Forlì). I nuovi dipinti sono presentati per la prima volta nella personale, dedicata al padre recentemente scomparso, presso le sale del Teatrino della Villa Borromeo d’Adda, ad Arcore, e saranno esposti per molti anni in una serie di personali in spazi pubblici e privati e alcune collettive (Sala Civica -Palazzo Verri- Biassono; Villa Borgia- Usmate Velate; Villa Camperio -Villasanta; MonzArte -Monza; Autodromo di Monza; Art Gallery One Fite Monza; Galleria “Immagini Spazio Arte” Cremona; Galleria “Alba” Ferrara; Teatro San Carlo -Monza; Caprino Veronese (VR); Palazzo dei Capitani (Ascoli Piceno); Salone Mistral del Radisson – Nice (Francia); Palazzo dei Priori Assisi; Javits Convention-Center (New York – Manhattan etc.).

Nel 2005 Aldo lascia la fase de “La Metamorfosi” creando quadri resi fortemente espressivi e coinvolgenti dalle nuove tonalità cromatiche. Egli “Va oltre” come titola l’opera che rappresenta la sua nuova svolta artistica; c’è: “ … Un’interiorità sospesa … un silenzio che non è solitudine … questo pittore ci fa entrare in punta di piedi nel mondo delle sue creature e un gesto semplice, quotidiano, come quello di allacciarsi una piccola scarpa, si carica d’atmosfera sospesa …”( Elisabetta Parente, storico dell’arte, personale “Paesaggi interiori”, Villa Tittoni Traversi, Desio ottobre 2007). Dopo il successo della mostra di Desio Aldo viene contattato dall’architetto Fiorenzo Barindelli che lo invita a far parte del gruppo di Artisti del progetto “Mille Artisti a Palazzo”. La stima e l’amicizia con Fiorenzo Barindelli determineranno la sua accettazione alla Kermesse che si terrà a marzo 2009. Curatore della mostra e del libro catalogo, edito da Mondadori, è il critico d’arte Luciano Caramel.

A novembre 2009 Aldo partecipa con “Il tempo dell’Attesa” a contemporanea 2009 Forlì Arte – XIII edizione Arte Moderna e Contemporanea.

A febbraio/marzo 2011 Aldo partecipa alla manifestazione “ARTISTINMOSTRA” la grande fiera dei creatori d’arte moderna e contemporanea tenutasi a Parma, con l’opera “L’Urlo”, segmento progettuale composto da cinque oli su tela cm. 100×100 più un’installazione realizzata con materiali di recupero: carta, cartone, polistirolo, alla cui esecuzione parteciperà anche “l’Amico” Diego Catalano.

L’opera “L’Urlo liberatorio” è pubblicata sul Catalogo “ArtistinMostra” edizione 2011 a pag. 177; la copia personale di Aldo è autografata dal critico Philippe Daverio.

Aldo riscuote un notevole consenso di pubblico alla manifestazione classificandosi tra i finalisti del premio del pubblico.

Tuttavia, negli anni emergerà sempre più la sua natura riservata, silenziosa, poetica, poco incline a un presenzialismo pressante dove bisogna apparire sempre per esserci.

Inizia così un cammino solitario dove la pittura, la sua pittura, troverà il giusto respiro allungandosi nell’atmosfera del nuovo studio, luogo di lavoro e di accoglienza.

La Pittura è per Aldo una ricerca intima, profondamente personale.

I cicli pittorici di questa nuova fase in cui emerge pura la profondità umana e artistica di Aldo Pepe si susseguono intrecciandosi spesso con la poesia, la letteratura, la danza, la musica; trovano altri spazi idonei a contenerli, a raccontarli. Tutto intorno domina il colore. Il colore che Aldo studia e plasma, da sempre, con grande passione.

Partendo dal ciclo de “Le lancette del tempo” passando per quello de “L’’Urlo” “Le Attese” “La Maschera Dismessa” “La presa del Tempo” “Dialogo con la luna” e ancora…nei Trittici i Racconti Pittorici del Progetto in Progress “Il libro della pittura” ci si imbatte in una dimensione straniante che a poco a poco ci avvolge, ci distende, ci placa. È il silenzio del colore che ci trasporta dentro il dipinto e ci sembra di scendere nella profondità dell’anima.

Il colore predominante in questa ultima produzione dell’Artista, il “grigio”, sembra risvegliare in noi quella saggezza, quella pienezza della vita che rimanda alla conoscenza interiore. Il “grigio” è un colore ricco da lavorare che possiede un gran numero di sfumature. L’uso sapiente che Aldo fa di questo colore consente le monocromie più delicate e sopratutto esalta gli altri colori. La sua capacità nel plasmarlo e stenderlo sulla tela la percepiamo poi nella trama del dipinto che giunge a noi permeata dal velo della possibilità, della speranza. Del doppio simbolismo che quasi tutti i colori si portano addosso l’Artista riesce a cogliere sempre quello positivo.

Ma l’Artista dà prova di grande maestria con tutti i colori e in particolare con quelli più difficile da usare ai fini della resa finale. Si guardi per tutti “Cullati dalla luna” dove emerge in tutto lo splendore comunicativo il verde petrolio che illumina la luna.

I cicli pittorici sono stati presentati sia in mostre personali che in eventi di rilievo.

A settembre 2019 è stata pubblicata la monografia Aldo Pepe il decimo capitolo, Editoriale Giorgio Mondadori con il testo critico della prof.ssa Gabriella Pepe e con i contributi di Anna D’Ascoli, Carmela D’Ascoli e Laura Mühlbauer.

Nel 2022 l’ultima personale “Dialogo con la luna”, Villa Borromeo d’Adda, Arcore (MB).

Alcune opere di Aldo Pepe sono pubblicate sul Catalogo dell’Arte Moderna - Editoriale Giorgio Mondadori -; da ultimo sul CAM N. 58 l’Artista è presente con un quartino dedicato ai TRITTICI del periodo 2019/2021.

Le opere di Aldo Pepe sono presenti in Italia e all’estero in collezioni pubbliche e private.